UNA MAMMA DEVE RINUNCIARE A TUTTO
La maternità è uno dei momenti più belli della vita di una donna, ma in Italia una madre è costretta a rinunciare a molte cose, prima fra tutte la sua identità di donna.
Siamo in un Paese che mette le donne in primo piano con campagne sociali, parole e tante parole ma nei fatti concreti quali aiuti dà realmente alle madri? Pochi o direi nessuno.
O meglio, se vuoi fare la mamma metti in conto che dovrai sostenere tantissime spese durante la gravidanza, gli esami prenatali che dovrebbero essere almeno gratuiti, arrivano a costare anche 800 euro! Quei famosi 800 euro che, se sei fortunata, recuperi con il bonus bebè o bonus mamma domani, in base a come lo cambiano nelle varie riforme, sempre se lo rinnovano.
Se vuoi fare la mamma e magari hai anche la fortuna di lavorare, ti ritroverai al rientro dalla maternità con i colleghi che ti guarderanno come “quella che era in vacanza da mesi“, quando loro non sanno le notti insonni che hai passato, le paure e il senso di inadeguatezza che ti hanno travolto durante quei mesi in cui spesso eri sola a casa con un neonato.
Perché in italia il papà spesso è visto come persona a parte che deve lavorare e ha diritto al riposo notturno.
Ah, e poi ovviamente non sanno che tu hai diritto a soli 3 mesi di maternità dopo la nascita anche se l’OMS stabilisce che il bambino andrebbe allattato fino almeno i 12 mesi!
Ma tu se vuoi stare a casa un mese in più devi prenderti la maternità facoltativa ed essere pagata al 30% del tuo stipendio, senza maturare ferie e permessi. Il 30% cazzo!!!
Ad una donna che è appena diventata mamma e ha mille spese che magari non aveva messo in conto. Il 30%!!!!
Poi ti renderai conto che magari facendo la pendolare con viaggi casa-lavoro che durano anche un’ora, forse un lavoro a tempo pieno non sei in grado di mantenerlo, se vuoi vedere ancora tuo figlio e non rientrare a casa quando sta già dormendo. E se stai via di casa tutto il giorno allora sei una madre di merda.
Allora chiedi il part time e devi invocare tutti i santi per averlo perché mica lo concedono facilmente!
E anche in questa situazione verrai vista dai colleghi come “quella che lavora mezza giornata” e dal datore di lavoro come “quella che è un peso per la mia società perché in mezza giornata cosa vuoi che faccia?“.
In realtà non sanno che le mamme che lavorano part-time hanno comunque la stessa mole di lavoro degli altri, con la differenza che non hanno tempo da perdere perché ad una certa devono scappare dall’altra parte della città per andare a fare un altro “lavoro” quello del genitore.
Loro non sanno.
Lo Stato dovrebbe sapere, ma si gira dall’altra parte.
Ma parliamo di aiuti economici!
Se sei mamma in Italia che aiuti hai? Se studi nessuno... cazzi tuoi... se lavori vediamo...
Il nido gratis? Il bonus bebè? Ma avrete sicuramente sentito parlare di ISEE, vero? Eh be certo, perché l’ISEE è quella bella documentazione che stabilisce se tu mamma puoi ottenere o meno un determinato bonus in base al tuo reddito. Perché adesso è il reddito che stabilisce il tuo reale bisogno di aiuto. Non se sei sull’orlo di una crisi di nervi o se hai la depressione post partum.
Che poi le famiglie che rientrano in un ISEE basso sono quelle che hanno molti più figli a carico di te, che la mamma è costretta a casa dal lavoro, magari un lavoro non l’ha mai fatto e vivono sul reddito del padre.
Tu che ti alzi tutte le mattine alle 5, prepari tuo figlio, paghi 600 euro di asilo, prendi i mezzi pubblici (che costano e sono sempre in ritardo e sporchi) per andare a lavorare part time o full time, se hai un reddito “decente”, secondo lo Stato non hai bisogno di aiuto economico, tanto che altre spese hai?
In tutto questo non vi ho ancora parlato del bisogno magari di uscire un attimo. Eh no, sei mamma adesso, dove vorresti andare senza il tuo bambino? L’hai voluto ora non è che puoi prendere e uscire e lasciarlo a qualcuno che lo accudisca al posto tuo. "Hai voluto la bicicletta, pedala" chissà perché sta bicicletta la deve pedalare solo la mamma mentre il papà invece può anche permettersi di andare al bar a fare un aperitivo senza essere considerato un papà di merda (perché s elo fa la mamma questo è quello che si sente dire!)
E parliamo proprio dei papà... questi esseri che non vengono mai citati.
Guai a lasciarlo al papà..."non ti vergogni?" Ti dicono... "Poverino lui è quello che lavora tutto il giorno e ti mantiene" non puoi mica lasciare i bambini a lui e prenderti qualche ora per te, lui ha lavorato e deve riposare.
"Ritieniti fortunata"
Questo è il modo di ragionare tutto italiano, dove la mamma deve rinunciare a se stessa, alle sue aspirazioni lavorative, rinunciare ad uno stipendio adeguato alle sue capacità e professionalità. La madre in Italia rinuncia in favore di che cosa? Di un figlio felice? Ma lo sapete voi che i nostri figli sono felici se percepiscono da noi tranquillità, serenità e stabilità? Mio figlio per essere felice non ha bisogno di vedermi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma piuttosto ha bisogno di imparare l’intraprendenza e l’indipendenza. Valori che in Italia non vengono minimamente associati alle donne, figuriamoci alle madri.
Viviamo, purtroppo, in un Paese che vede la figura della madre come casalinga, che “tanto è a casa, non lavora” la donna "che si fa mantenere" e che se lavora allora "è una madre di merda i figli non doveva farli" viviamo in una società in cui il "papà" non viene mai menzionato ma lui è sempre quello poverino che o mantiene la moglie o deve sopportare che la moglie lavori e non faccia la casalinga.
Per fortuna non tutti la pensano così, ci sono anche papà che aiutano ma a leggere quante mamme sono sole e abbandonate a se stesse e senza aiuti e arrivano a sera disperate direi che di questi uomini ce ne sono ancora troppo pochi.
Presa dal web e approfondita/modificata secondo il mio pensiero personale
Poi sei una libera professionista, una partita IVA che però dipende materialmente dal titolare dello studio. Le 8 ore sono un miraggio perché fai almeno 10+2 di trasporto, non hai diritto a nulla perché la cassa non paga oltre i 5 mesi di obbligatoria. A 4 mesi il bimbo da lasciare al nido e sei sempre troppo poco..poco al lavoro perché fai fatica, troppo poco al nido perché li prendono dai 3 mesi, ma "sarebbe meglio dal sesto mese"..e se il papà prende 1 mese di congedo parentale per fare l'inserimento ti guardano tutti come dei matti..