Morso di vipera, cosa fare e cosa non fare
Il morso di vipera è un evento raro e che riguarda territori rurali o montani, ma nonostante ciò gli effetti pericolosi per le vittime possono essere anche molto gravi (in rari casi letali).
In Italia ci sono molte specie di ofidi (serpenti), ma sono solo le vipere (viperidae o viperidi) che hanno la caratteristica di inoculare veleno durante un morso.
La più diffusa, da nord a sud Italia, è la vipera comune (vipera aspis), ma in aree specifiche possono esserci specie diverse:
• In Trentino Alto Adige si può trovare la vipera cornuta (vipera ammodytes)
• In Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna abita la vipera palustre detta anche marasso (vipera berus)
• Nelle Marche, Umbria e Abruzzo si può trovare la vipera degli orsini (Vipera Ursinii).
La vipera ha una caratteristica testa triangolare piatta ricoperta di placchette piccole e irregolari che si distingue bene dal collo, ha le pupille a fessura verticale, la lunghezza è inferiore al metro e la coda è tozza, può avere l'apice arancione e si distingue dal corpo.
(Le serpi innocue (bisce) hanno invece la testa ovale che si continua con il corpo senza collo, la pupilla è rotonda e la coda sottile e appuntita).
Il suo ambiente ideale è caratterizzato da una temperatura che va dai 15 ai 35 gradi, da luoghi aridi e sotto i sassi o in mezzo a siepi ed arbusti.
La vipera non è aggressiva e attacca solo se non ha via di scampo, la sua difesa è quindi il morso con due denti aguzzi distanziati di circa 8-10 mm uno dall'altro.
Le molecole del veleno di vipera sono grandi e quindi non passano facilmente dai tessuti ai capillari sanguigni, ma entrano in circolo grazie al sistema linfatico.
Da questa caratteristica ne deriva che è importante non incidere la cute per non aprire capillari o venule che facciano da porta al veleno, ma è importante ridurre al minimo la circolazione linfatica (bendaggio linfostatico).
Il veleno delle vipere italiane di norma non è letale anche se può causare gravi complicazioni che richiedono il trattamento adeguato. Può essere invece letale per bambini piccoli e anziani con malattie croniche o debilitanti.
La pericolosità, però, è dovuta principalmente alla azione emotossica che crea coagulopatie e a quella neurotossica, che può causare paralisi spastica, convulsioni, alterazioni della coscienza o edema cerebrale.
Altre complicazioni si possono verificare nel sito del morso, in cui avviene un danno diretto dell'endotelio dei capillari e che può infettarsi o andare incontro a necrosi o addirittura sindrome compartimentale.
Come citato in precedenza ci può essere anche il rischio di shock anafilattico.
Una complicanza possibile è anche l'insufficienza renale acuta.
Come si presenta il morso di vipera? (vedi foto)
Il morso di vipera di solito lascia il segno dei denti veleniferi: si tratta di due forellini di piccolo diametro distanziati di circa 1 cm uno dall'altro.
Attorno a questi segni possono esserci i forellini più piccoli degli altri denti che non possiedono il veleno. È da notare che se il morso avviene di traverso o su zone rotonde come caviglia o polso può esserci un solo punto di inoculazione, quindi il segno di un solo dente.
In caso di morso di vipera:
• Chiamare i soccorsi senza ritardi
• Non incidere la zona interessata dal morso (rischio di diffondere il veleno per via ematica)
• Non succhiare il veleno (oltre ad essere poco efficace è anche pericoloso per chi lo fa)
• Non posizionare laccio emostatico (inefficace e dannoso, poiché aumenta l'assorbimento del veleno per via linfatica)
• Mantenere la calma e non far agitare il paziente (i movimenti facilitano la diffusione del veleno. Inoltre potrebbe non essere una vipera! E anche se fosse una vipera il morso potrebbe essere superficiale o con poca iniezione di veleno nel 20-30%dei casi);
• Non somministrare siero antivipera (oltre ad essere inefficace dopo poco tempo fuori dal frigorifero, comporta elevato rischio di reazioni anafilattiche anche mortali. Va somministrato solo da sanitari in ambiente protetto e solo nel caso servisse)
• Immobilizzare il paziente (se l'arto è immobile si ritarda la diffusione del veleno)
• Eseguire un bendaggio linfostatico (Partire a fasciare dal punto del morso e poi proseguire verso l’estremità dell’arto. Quindi risalire fino alla radice dell’arto. Può essere utile aggiungere una stecca per limitare ulteriormente i movimenti della persona e quindi l’espansione del veleno).
• Non dare alcol o bagnare la ferita con alcol
Segni locali del morso di vipera
In pochi minuti avviene una reazione sul punto di morso caratterizzata dai segni di flogosi (calore, dolore, rossore e gonfiore) e poi si estende a tutto l’arto (in circa 6 ore) che si gonfia lentamente fino a diventare duro, dolente, freddo e bluastro.
In circa 12 ore cominciano segni di chiazze cianotiche ed ischemiche, flittene e linfangite (culmine in seconda giornata).
Le reazioni sistemiche importanti (a parte lo shock anafilattico) non avvengono prima di 2 ore, concedendo quindi il tempo alla vittima di arrivare in Pronto soccorso.
Possono verificarsi trombosi o emorragie, ipotensione, tachicardia sinusale (che può comparire subito o anche dopo alcune ore), febbre a 38°-39° C, vomito, nausea, angoscia, senso di mancanza d’aria o crisi simil-asmatica, oliguria, coma o convulsioni per azione sul SNC, raramente nei bambini e negli anziani arresto cardiaco.
Come prevenire il morso di vipera
Quando ci si trova una vipera davanti bisogna restare fermi e battere a terra con i piedi o un bastone, perchè è un serpente non aggressivo e molto sensibile alle vibrazioni del terreno, per cui tende ad allontanarsi.
All'atto del morso aprirà la bocca alla sua massima estensione e farà scattare i denti veleniferi, che in posizione di riposo sono ripiegati sul palato. Non è detto quindi che la vipera usi il veleno di cui è dotata, perché rappresenta per lei una risorsa preziosa e difficile da rigenerare, per cui potrebbe capitare che faccia un “morso secco” che causa solo una ferita senza la pericolosità del veleno.
Utilizzare scarponi da montagna, calzettoni pesanti e pantaloni lunghi aiuta a ridurre la profondità del morso.
È utile inoltre portare con se quando si va in montagna due rotoli di bende autoadesive che serviranno in caso di morso a fare il bendaggio linfostatico.
Riassunto che vi ho preparato un pò semplificato di un articolo di Nurse24
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