"Non puoi fare il bagno, hai appena mangiato! Devi aspettare 3 ore"
Quante volte sono in piscina o al mare e sento questa frase.
Vediamo di chiarire subito la cosa fondamentale: il bagno dopo mangiato si può fare subito (li immagino già i bambini tutti contenti )
Spieghiamo pero bene come funziona.
Il termine "congestione" viene spesso usato in modo inappropriato: non aumenta infatti il rischio di annegamento se ci buttiamo in acqua dopo mangiato.
Eppure tanti genitori (che a loro volta hanno imparato dai loro genitori) lo ripetono continuamente, che non si deve fare il bagno subito dopo aver mangiato per il pericolo di “congestione”.
In realta non esiste prova scientifica che parli di ciò.
Se andiamo a cercare sulle riviste scientifiche appunto, in realtà non si trova nemmeno il termine “congestione”. Una cosa tutta italiana come quando si dice “ho la cervicale”.
Una cosa è ovvia, se mangi come un maiale puoi star male ma questo avviene sia in acqua che fuori.
La cosa sbagliata è abbuffarsi sotto al sole delle 12 e poi tuffarsi in acqua fredda.
Qui dobbiamo prendere esempio dai tuffatori sportivi che, prima di ogni tuffo, si fanno una preventiva doccia fredda.
In pratica se avete intenzione di tuffarvi nell’acqua fredda basta bagnarsi prima con una doccia entrare gradualmente in acqua così da abituare il corpo sopratutto se fuori fa molto caldo altrimenti davvero la brusca differenza di temperatura potrebbe scatenare una sincope.
Ultima accortezza per i grandi è di non bere alcolici, con quelli sì che si annega più facilmente!
Quindi riassumendo:
non abbuffatevi come la domenica a casa della nonna
entrate in acqua in modo graduale o fatevinuna doccia prima di entrare
non consumare alcolici
e condividete il post così smetto di sentire i bambini dire: "sei una brutta mamma vedi che i suoi bambini entrano subito" (rivolti a me!) E la mamma che mi dà dell'incosciente
PS. Al mare con le nonne attenzione che si portano tutto il frigo, la parmigiana e la carbonara che devi aspettare 3 giorni a farlo il bagno!
Bibliografia
Articolo di Lucio Piermarini