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BAMBINI VEGETARIANI O VEGANI


Oggi vi parlo di un argomento che tra genitori spesso crea contrasti ma purtoppo quando se ne parla, come su tante cose, la disinformazione è tanta.


BAMBINI VEGETARIANI O VEGANI E' una scelta salutare? Si può fare? Hanno bisogno i integratori?

Vediamolo insieme


In Italia sono in aumento coloro che scelgono un’alimentazione a base vegetale.

Il 7,3% degli italiani è vegetariano (esclude derivati animali diretti quali carne e pesce) o vegano (esclude anche derivati animali indiretti quali latte, latticini, uova e miele).


Ma cosa dice la scienza?

In Italia ci sono molti bambini che seguono un’alimentazione a base vegetale, ma di loro non si parla mai, tranne quando da qualche parte nel mondo una coppia di genitori scriteriati decide di crescere il figlio solo con succo di carote, causandone la denutrizione o addirittura la morte. In tal caso tutti i titoli di giornale riportano la parola “vegano” accanto alla parola “bambino”, ed ecco allora che l’idea di un bambino vegano diventa pericolosa e impossibile.


La scienza si è espressa chiaramente sull’alimentazione a base vegetale: non va demonizzata e non va confusa con stili alimentari veramente restrittivi, come la dieta crudista o quella fruttariana

Un’alimentazione vegetariana o vegana ben pianificata è inclusiva: comprende tutti i gruppi alimentari vegetali (cereali, legumi, verdure, frutta e frutta a guscio) e prevede l’integrazione di vitamina B12 (attraverso gocce per i lattanti o compresse sublinguali per i bambini).

Se seguita in questi termini, la letteratura scientifica non solo accetta la dieta “veg”, ma la considera addirittura vantaggiosa per la prevenzione di numerose patologie; quelle di cui più si muore nel mondo occidentale: sovrappeso, obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori. Inoltre è la dieta con minore impatto ambientale.


Secondo la letteratura scientifica anche i bambini possono crescere adeguatamente con un’alimentazione vegetariana o vegana, purché soddisfi i suddetti criteri. La loro crescita è paragonabile a quella dei coetanei onnivori.

Attenzione però al fai-da-te

Le società scientifiche raccomandano ai genitori di affidarsi ad un nutrizionista pediatrico in modo da acquisire una corretta educazione alimentare. Vi sono poi alcuni nutrienti critici a cui va prestata attenzione, in particolar modo (oltre alla vitamina B12) ferro, zinco, calcio e omega3.


Una giornata tipo prevede l’uso abbondante di verdure, sia cotte sia crude, e varie porzioni di frutta, sia fresca sia disidratata.

I cereali sono consumati in tutte le preparazioni possibili: pasta, polenta, risotti, insalate di farro o orzo, zuppe di cereali, e anche in farine sotto forma di pane, pizza, pancakes, piadine, crêpes.

I legumi si possono mangiare interi in insalate di legumi freddi o usare per preparare sughi di legumi caldi oppure creme come l’hummus di ceci, per il pinzimonio o da spalmare sul pane. Esistono anche paste, cous cous e farine di legumi, prodotti comodi per variare e utili anche per i bambini onnivori con comportamento alimentare selettivo.

Frutta a guscio e semi sono un gruppo alimentare da non dimenticare dal momento che offre grassi insaturi e soprattutto i preziosi omega3 (in particolare noci, semi di chia, semi di lino e l’olio derivato), oltre a sali minerali come calcio, zinco e ferro. La frutta a guscio può essere consumata da sola come spuntino oppure si può usare per arricchire piatti, o in creme da spalmare sul pane. Sono pietanze che spesso vengono dalla cucina tradizionale e ricordano quelle consumate dai nostri nonni prima dell’avvento del cibo industriale.

Non è affatto necessario, invece, ricorrere ad alimenti esotici come le alghe o ai cosiddetti superfood tanto esaltati in molti libri e blog


Che linee guida seguire?

Le linee guida italiane per l’alimentazione a base vegetale sono nate dalla collaborazione tra la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana e l’Università Politecnica delle Marche e offrono un modello di alimentazione vegetariana mediterranea che soddisfa i LARN, cioè i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti. Il progetto che ne è risultato si chiama Il PiattoVeg, e comprende anche Il PiattoVeg Junior: sono guide pratiche per elaborare diete a base vegetale per grandi e piccoli.


E se un bambino vuole mangiare carne e in famiglia non si mangia?

Bisogna riflettere anche sui risvolti pratici e sociali della scelta veg, perché i bambini vivono in una società lontana dalle loro abitudini alimentari e possono avere difficoltà in mensa o nelle occasioni sociali come compleanni e feste.

In genere tutti i genitori, vegetariani o onnivori, scelgono il tipo di alimentazione per i figli finché questi non sono abbastanza grandi per decidere da soli. È quindi normale e legittimo che se una famiglia cucina a base vegetale i bambini si abituino alla cucina di casa.


Man mano che i bambini crescono cominciano a scegliere da soli cosa mangiare e nella stragrande maggioranza dei casi vengono lasciati liberi di decidere se ampliare il proprio menù. Molti non sono attratti dalle novità e restano vicini alla cucina della famiglia, altri assaggiano i derivati animali, alcuni decidono di consumarli regolarmente. In ogni caso è opportuno lasciare i figli liberi di sperimentare, in modo che, crescendo, la scelta della dieta sia consapevole.


Ci sono poi bambini che decidono autonomamente di diventare vegetariani all’interno di una famiglia che consuma carne. Questi bambini vanno ascoltati, per capire se si tratta solo di un gioco o di qualcosa di più. Succede in genere intorno agli 8 anni, quando si acquisisce la consapevolezza della morte e si può associare quello che c’è nel piatto con l’uccisione di un animale.


Se questa scelta viene invece compiuta durante l’adolescenza, le società scientifiche raccomandano come prima cosa di escludere un disturbo del comportamento alimentare. Basta indagare sulle motivazioni per capire se si tratta di una scusa volta a ridurre l’introito calorico o se, al contrario, è una scelta matura fatta con solide motivazioni etiche o ambientaliste.


Qual è la cosa più importante?

Dal momento che la scienza si è espressa favorevolmente sull’alimentazione a base vegetale, non c’è motivo di attaccare queste scelte o promuovere format televisivi che alimentano il sospetto nei confronti delle famiglie vegane o vegetariane. L’opinione pubblica sta lentamente cambiando idea man mano che si accorge dei moltissimi bambini vegani sani che non fanno notizia.

Ciò che davvero fa male a questi bambini sono i giudizi negativi verso i genitori espressi in loro presenza da conoscenti o parenti poco informati. È inoltre importante che anche il mondo medico dia una risposta al numero crescente di pazienti con abitudini alimentari che possono, tra l’altro, servire come prevenzione per diverse patologie. La chiusura nei confronti di queste famiglie può portarle a nascondere le proprie scelte e a seguire un pericoloso fai-da-te, o peggio ancora ad affidarsi ai numerosissimi guru dell’alimentazione.


Questo post è un riassunto di un articolo della rivista Uppa, scritto dalla Dott.ssa Carla Tomasini, pediatra).


Ci tengo ad aggiungere che purtroppo in Italia siamo al secondo posto in Europa per obesità infantile per l'altissimo uso di proteine animali.

Vi ricordo che la carne andrebbe assunta solo in 2 volte la settimana, 3 volte il pesce e 1 volta formaggio e uova. Il problema della magggior parte dei bambini è che in famglia non si consumano legumi o se ne consumano pochissimi mentre invece dai dati che abbiamo in Italia quasi la totalità delle famiglie consuma proteine animali in ogni pasto

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